Il caso di corposi pagamenti ad un ex dirigente arbitrale potrebbe portare ad una sanzione pesantissima per un club storico
La vicenda è quella del Barcellona e dei pagamenti elargiti dal 2001 al 2018, dai catalani a José Maria Enriquez Negreira, all’epoca dei fatti vicepresidente dell’organismo arbitrale spagnolo. La somma, vidimata perché saldata con bonifici tracciabili e riconducibili ad una società dell’ex direttore di gara, ammonterebbe a circa 8 milioni di euro.
Nonostante la presenza di indizi significativi, la Uefa, con una nota del 27 luglio scorso, ha ammesso i blaugrana alla Champions, ammissione però con riserva. I fatti imputati al Barcellona infatti, ovvero corruzione e illecito, incredibilmente nella giustizia sportiva spagnola si prescrivono in tre anni. Quindi, da Nyon hanno consentito la partecipazione della squadra alla manifestazione, in attesa di nuovi elementi dall’indagine penale in corso in Spagna.
Come scrive eurosport.it, il 29 settembre scorso il giudice titolare dell’inchiesta ha aggravato la posizione del club. Joaquin Aguirre ha cambiato il capo di accusa, portandolo da “corruzione tra individui” a “corruzione ad autorità o funzionario pubblico”. Scelta dovuta alla considerazione che la federazione arbitrale ha carattere di persona giuridica pubblica.
Il Barcellona intanto prosegue la propria corsa. La squadra di Xavi in campionato dopo 9 turni è terza a 21 punti, -3 dalla capolista Real Madrid. Va ancora meglio in Champions, dove guida il gruppo H a punteggio pieno dopo il pokerissimo interno rifilato all’Anversa e la vittoria per 1-0 in casa del Porto. Tornando alla vicenda arbitrale, il Barcellona si è difeso sostenendo la trasparenza dei pagamenti, effettuati con i bonifici nonché fatturati, aggiungendo come Negreira non potesse più incidere nel mondo arbitrale.
La giustizia spagnola però prosegue il suo corso. Come riporta una nota Ansa, anche l’attuale presidente Joan Laporta è stato iscritto sul registro degli indagati. Come contenuto in un comunicato ufficiale, all’indagato (già numero 1 della franchigia tra il 2003 e il 2010; attualmente in carica dal 2021) vengono contestate sia la “corruzione ordinaria” sia la “corruzione sportiva”. Oltre a Laporta, tra gli indagati ci sono già gli ex presidenti Sandro Rosell e Josep María Bartomeu. Lo stesso avviso è stato notificato anche ad altri dirigenti della prima presidenza di Laporta.
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