Le diatribe tra Russia e Ucraina da tempo hanno avuto dei risvolti in ambito sportivo, in particolare per lo Shakhtar costretto ad abbandonare i tifosi, il proprio stadio e allentare il suo dominio nel campionato ucraino.
Sta prendendo sempre più piede la possibile invasione della Russia: secondo la Cia, la Nazione guidata da Putin potrebbe invadere l’Ucraina il 16 febbraio e negli ultimi giorni diversi Stati (tra cui l’Italia) hanno invitato i loro concittadini a lasciare Kiev e dintorni. Situazione raccontata quest’oggi dall’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport che spiega minuziosamente i dettagli legati all’aspetto sportivo e, soprattutto riguardo l’italiano che allena la formazione ucraina: Roberto De Zerbi. L’ipotesi di una guerra Russia-Ucraina non risparmia lo Shakhatr Donetsk.
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Il campionato ucraino dovrebbe ricominciare il 25 febbraio e, al momento, la squadra guidata dall’ex tecnico del Sassuolo si trova nella regione dell’Antalya in Turchia per il consueto ritiro invernale. Insieme a De Zerbi è presente, ovviamente anche il suo staff (tutti rigorosamente italiani): il vice Davide Possanzini, i preparatori Vincenzo Teresa, Marcattilio Marcattili e Agostino Tibaudi, l’allenatore dei portieri Giorgio Bianchi, il collaboratore tecnico Paolo Bianco e l’osservatore Salvatore Sasà Monaco.
Come spiegato dalla Rosea, la formazione ucraina dovrebbe rientrare in patria il 20 febbraio, come da programma per preparare la sfida di campionato in casa del Metalist. Al momento tutto è in alto mare e vige la cautela per possibili scenari in caso di un eventuale attacco da parte della Russia (voci smentite dai russi con le dovute rassicurazioni da parte del Presidente ucraiano Volodymyr Zelensky).
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C’è una seria possibilità che la formazione allenata dal tecnico italiano possa restare in Turchia per più tempo in attesa di decisioni ufficiali prima del rientro in Ucraina: tra l’altro la formazione ucraina non gioca più ‘a casa’ alla Donbass (regione ricca di grandi giacimenti di carbone) Arena dal 23 agosto 2014 quando l’impianto fu danneggiato da due ordigni, esplosi a causa delle tensioni militari proprio tra russi e ucraini. Proprio per questo lo Shakhtar ha deciso di giocare le proprie gare casalinghe prima all’Arena L’viv di Leopoli e poi allo Stadio Metalist di Charkiv.
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