Un top club sta facendo la voce da leone contro l’Uefa, per difendere gli interessi in Italia, in Spagna e per le altre big europee. C’è una questione ancora irrisolta in partenza, ma anche quanto è accaduto recentemente non piace ai vertici del calcio.
Uefa nel mirino, arrivano le critiche
È sempre un tema caldo quello della sostenibilità calcistica, che coinvolge spesso il presidente dell’Uefa Alexander Ceferin. In particolare, il numero uno del calcio europeo è messo nel mirino anche per la situazione attuale, il calendario ingolfato non piace proprio a chi investe in questo sport.
Un top club ora fa la voce grossa con l’Uefa, Ceferin e un altro presidente sono allo scontro. In particolare, ci sono decisioni che non sono piaciute sia per il presente, ma anche e soprattutto per il prossimo futuro.
Il presidente del top club è una furia
Come riporta Fichajes.com, è il presidentissimo del Real Madrid a fare l’alzata di scudi. Florentino Perez difende il suo top club e anche quelli italiani nella battaglia della Superlega contro l’Uefa. Ha nuovamente spiegato come sia l’unica soluzione per uscire da una sorta di pantano nel calcio mondiale.
Ed ha anche rilanciato la sfida. Prima affermando che ci sarebbero il 25% di posti liberi, poi che il presidente dell’Eca ha paura di questa nuova chance. Ed è questa una doppia stoccata, sia allo stesso Ceferin che anche al patron del Psg, che è presidente dell’associazione dei club europei.
Perez vuole la Superlega e meno incontri
Perez vs Ceferin, top club vs Uefa: il Real Madrid ha parlato anche per conto della Juve con ogni probabilità. In particolare, un tema caldo è quello delle gare amichevoli, le grandi squadre ormai non le sopportano più, mettendo al bando ogni tipo di competizione parallela per le nazionali.
«Questo tipo di partite sono totalmente inutili – ha dichiarato Perez – l’Uefa le sta aumentando a dismisura. Tutto ciò non farà altro che accelerare il declino del calcio europeo. Nessuno dubiti dell’impegno del Real Madrid e agli top team coinvolti nel calcio, ma non è più ammissibile un monopolio senza dibattito».